VARIAZIONI ORMONALI DURANTE LA GRAVIDANZA E DOPO IL PARTO & SVILUPPO DELLA DEPRESSIONE POSTPARTO

ormoni_post_partumE’ risaputo che l’apporto insufficiente o eccessivo di alcuni ormoni può comportare rilevanti cambiamenti del comportamento cognitivo ed emotivo, come ad esempio delle variazioni nel tono dell’umore. Durante la gravidanza si assiste ad un innalzamento nei livelli sanguigni e urinari di alcuni tipi di ormoni, come ad esempio estrogeni e progestinici, e ad un loro calo repentino a pochi giorni dal parto che li riporta gradualmente ai livelli pre-gravidanza; l’ipotesi è che questi sbalzi nei livelli di alcuni particolari ormoni come estrogeni, progesterone, cortisolo, ACTH, ormoni tiroidei e prolattina, possano portare a delle variazioni nel tono dell’umore della neo mamma e allo sviluppo di una depressione postpartum. Va sempre e comunque ricordato il ruolo fondamentale svolto dai fattori di rischio psicosociale nella genesi di tale depressione.

 

Gli ormoni sono sostanze chimiche secrete nel flusso sanguigno da parte di cellule specializzate e trasportate in altre parti del corpo dove agiscono su particolari tessuti bersaglio per produrre effetti fisiologici e genomici specifici. Essi si dividono in ormoni proteici quando sono costituiti da catene di amminoacidi (es. ACTH) , e steroidei quando sono costituiti da quattro anelli carboniosi condensati (es. estradiolo e tiroxina). Tra gli ormoni che si pensa possano essere coinvolti nell’eziologia della depressione postpartum troviamo: gli estrogeni (estradiolo ed estrone che stimolano lo sviluppo e il mantenimento dei caratteri e del comportamento sessuale nelle donne) e i progestinici (il progesterone che stimola le caratteristiche sessuali secondarie e il mantenimento della gravidanza) che sono prodotti dalle gonadi; gli ormoni tiroidei, come la tiroxina, che stimolano il metabolismo ossidativo; l’ ormone adrenocorticotropico (ACTH) che è prodotto dall’ipofisi anteriore e stimola la corteccia surrenale; la prolattina anch’essa prodotta dall’ipofisi anteriore ma che stimola la secrezione di latte da parte delle ghiandole mammarie; i glucocorticoidi come il cortisolo e il corticosterone che sono prodotti dalla corticale surrenale e inibiscono l’incorporazione degli amminoacidi nelle proteine del muscolo, stimolano la formazione e l’accumulo di glicogeno, contribuiscono a mantenere livelli ematici di glucosio nei valori normali. Le variazioni d’umore che si possono notare durante la gravidanza, ma anche nella sindrome premestruale e di menopausa, hanno indotto vari studiosi a supporre un ipotesi endocrina per l’eziopatogenesi di tali disturbi.

ORMONI GONADICI

E’ stata l’osservazione effettuata sulle importanti variazioni nei livelli sanguigni di estrogeni e progesterone che ha condotto vari studiosi a supporre che essi potessero avere un ruolo nello sviluppo della depressione postpartum, dato che questi ormoni crescono vertiginosamente fino al momento del parto, come risultato di una loro produzione da parte della placenta, per tornare poi ai livelli normali entro 2-5 giorni dalla nascita del figlio susseguentemente alla rimozione della placenta stessa; questa idea è stata supportata inoltre dal fatto che alcune donne dopo la somministrazione di tali ormoni mostravano una diminuzione nei sintomi depressivi. Durante la gravidanza i livelli di estrogeni e progesterone aumentano di continuo e questo come già detto è in larga parte dovuto alla produzione di questi ormoni da parte della placenta; con la rimozione della placenta successivamente al parto i livelli di estrogeni e progesterone diminuiscono rapidamente tra il secondo, terzo e quinto giorno postpartum, tornando ai livelli precedenti alla gravidanza. Estradiolo ed estrone sono forme biologiche attive di estrogeno prodotte dalla placenta ed aumentano esponenzialmente durante la gravidanza, più precisamente la sintesi dell’estriolo deriva dall’attività metabolica del feto. Studi precedenti a questo hanno dimostrato che gli estrogeni hanno degli effetti sul funzionamento del sistema nervoso centrale: l’estradiolo aumenta la sintesi di serotonina che aumenta la percezione di benessere e ne riduce la ricaduta durante la gravidanza. Un altro ormone prodotto dalle gonadi il cui rapido declino susseguente al parto si pensa sia coinvolto negli sbalzi d’umore caratteristici di questo periodo è il progesterone, anche se i risultati sono contrastanti. Bloch e colleghi, seguendo la convinzione per la quale i fattori endocrini giocano un ruolo nell’eziologia della depressione postpartum, hanno investigato il possibile ruolo dei cambiamenti nei livelli degli ormoni gonadici in questo periodo simulando le condizioni ormonali tipiche della gravidanza e del parto in donne non gravide che hanno sofferto precedentemente di depressione postpartum e in donne che non hanno mai presentato questo genere di disturbo. Gli studiosi per l’esattezza hanno simulato l’incremento di estrogeni e progestinici tipici della gravidanza e il successivo brusco calo seguente il parto attraverso la somministrazione di suddetti ormoni per 8 settimane a due gruppi di 8 donne, il primo con una storia di depressione postpartum (ma non di depressione maggiore) e il secondo che non ha mai avuto questo problema. I risultati hanno evidenziato un significativo aumento della gravità dei sintomi nelle donne con una storia di PPD (depressione postpartum) se comparate con coloro che non hanno sofferto di questo disturbo; 5 donne su 8 appartenenti al gruppo con una storia di PPD (62,5%) e nessuna donna appartenente al gruppo di controllo hanno sviluppato una sintomatologia significativa durante il periodo che simulava il postpartum. Lo stesso autore ha evidenziato inoltre l’importanza del fattore vulnerabilità rispetto alle brusche variazioni di estradiolo e progesterone che si pensa produca maggiori sintomi nella sfera dell’umore; sembra infatti che le donne che hanno già sofferto di una depressione postpartum abbiano una risposta differente nei confronti del repentino abbassamento della concentrazione plasmatica degli ormoni gonadici subito dopo il parto. Altri studi hanno dimostrato una frequente ricorrenza della depressione postpartum in donne che ne avevano già sofferto in precedenza: più precisamente sembrerebbe che una storia di PPD produca un ipersensibilizzazione o una minore tolleranza all’esposizione ad un brusco calo degli ormoni gonadici. Alcuni autori hanno avanzato un’altra ipotesi sempre nel campo degli ormoni gonadici: siccome si pensa che le variazioni ormonali siano alla base dell’eziologia della depressione postpartum allora una cura integrativa di progestinici ed estrogeni potrebbe prevenirla o curarla. E’ emerso che la somministrazione di estrogeni può risultare efficace nella cura della PPD quando i sintomi sono di modesta entità, mentre la somministrazione di progesterone sintetico è associata con lo sviluppo di depressione e va usata con cautela. Un altro studio che segue la stessa linea ha utilizzato la somministrazione di progesterone sintetico ad un gruppo di donne gravide e ad un altro di donne nel postpartum; è emerso che l’utilizzo di progesterone sintetico può addirittura incrementare i sintomi legati alla PPD e aumentare il rischio di un suo sviluppo. Quindi una terapia a base di estrogeni, Estrogen Replacement Terapy (ERT), sembra risulti positiva ed utile nella prevenzione e trattamento dei disturbi legati al postpartum se paragonata all’uso di placebo. Va a questo punto evidenziato che questo ambito di ricerca non ha ancora fornito dati certi e tali risultati vanno quindi letti ed interpretati secondo l’ottica della sperimentazione e di una nuova apertura per un eventuale futura ricerca su questo campo.

PROLATTINA

La concentrazione di prolattina nel plasma cresce durante la gravidanza, raggiunge il suo picco durante il parto e nelle donne che non allattano torna ai livelli normali nell’arco di 3 settimane, mentre in coloro che allattano al seno ritorna a livelli pre-gravidanza un paio di settimane dopo il termine dell’allattamento. La ricerca ha messo in evidenza che sintomi depressivi nel postpartum sono associati con bassi livelli di prolattina; da alcuni studi è emerso che le donne che allattano al seno hanno livelli più alti di prolattina nel plasma e un punteggio minore nell’EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale) rispetto a coloro che non avevano allattato i loro bambini. Il fatto di non aver allattato unito ad livelli più alti del normale del progesterone e più bassi della prolattina predicevano un punteggio >11 nell’EPDS con una conseguente possibile diagnosi di depressione. Si è giunti alla conclusione che maggiori livelli di prolattina, oltre ad indurre nella madre un comportamento di cura ed affetto nei confronti del proprio bambino, hanno un effetto protettivo rispetto allo sviluppo di una depressione postpartum.Si pensa infine che le variazioni di tale ormone possano essere coinvolte nella eziopatogenesi della PPD in quanto donne non gravide affette da ipoprolattinemia mostrano sintomi quali ansietà, depressione ed ostilità; quindi sembrerebbe che alti livelli di tale ormone possano svolgere un effetto protettivo dalla depressione postpartum.

ORMONI TIROIDEI

L’attenzione di vari ricercatori si è soffermata sull’incidenza di un funzionamento anomalo della tiroide che risulta incrementato nel postpartum e che può condurre allo sviluppo della depressione postpartum: è stata l’osservazione di come il trattamento della disfunzione tiroidea risolva i sintomi della depressione postpartum che ha condotto vari studiosi a pensare ciò, inoltre un ipotiroidismo può affliggere l’umore nel postpartum in quanto è associato con una diminuzione dell’attività della serotonina. Altri studiosi hanno studiato la relazione che intercorre tra disturbi dell’umore e la disfunzione autoimmune della tiroide prima del parto mettendo a confronto lo stato mentale di due gruppi di donne, le prime positive e le seconde negative per gli anticorpi tiroidei, attraverso esami del sangue, per verificare lo stato degli ormoni e degli anticorpi, e assesment psichiatrico con l’utilizzo dell’EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale) e dell’HRSD (Hamilton Rating Scale for Depression). A 6 settimane dal parto il 43% delle donne con anticorpi positivi e il 28% con quelli negativi presentavano una sintomatologia depressiva; nel follow up il 47% delle donne con gli anticorpi positivi presentava una depressione postpartum seria, rispetto al 32% di quelle con gli anticorpi negativi, giungendo alla conclusione che i sintomi depressivi sono associati alla presenza di anticorpi positivi per la tiroide nel dopoparto. Su questa linea si situano molti altri studi sull’occorrenza degli anticorpi antitiroidei (meglio conosciuti con il nome di immunoglobulina G) nelle donne incinte e nel dopo parto. La gravidanza è un periodo durante il quale questi anticorpi diminuiscono per proteggere il feto da rischi di aborto ma immediatamente dopo il parto aumentano nuovamente; la disfunzione tiroidea postpartum (PPTD) è uno dei disturbi indotti dalla presenza di questi anticorpi. Sembrerebbe che la depressione postpartum possa dipendere dalla presenza dell’immunoglobulina G durante la gravidanza, per via di modificazioni neuroendocrine nel sistema nervoso centrale e delle variazioni della concentrazione degli ormoni tiroidei. Sempre riguardo la PPTD alcuni autori riportano che certe donne dopo il parto provano sintomi quali mancanza di energia e depressione nella fase di ipotiroidismo; questo perché durante la gravidanza la tiroide aumenta di dimensioni, dopo il parto rimane tale o aumenta ancora in un numero significativo di donne affette dalla disfunzione mentre nelle donne sane ritorna alle dimensioni normali precedenti la gravidanza.

di  Claudia Negretto

 

Commento

  • Ciao ho 5 mesi che ho partorito e ogni tanto divento rosa viso collo e ho un po’ di picikore,e mi escono sulla viso brufoli piccoli ma mi dicono che sono i ormoni,ho mangiata una pizza ora è sOno diventata rossa e ho calore nell viso,grazie per la risposta.sono i ormoni?

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