Studio sulla percezione di rischio rispetto alla crisi economica globale

Uno studio sulla percezione di rischio rispetto alla crisi economica globale:

Lo studio condotto da Burns e coll. ha voluto analizzare la risposta delle persone rispetto alla situazione di crisi economica mondiale, al fine di comprendere quale sia la percezione di rischio che le persone hanno sviluppato in questi ultimi anni. Lo studio ha preso piede nel settembre 2008, concludendosi nell’ottobre 2009.
Alla base di tale ricerca si colloca la concezione per cui eventi drammatici hanno la capacità di modellare i nostri sentimenti, la nostra percezione di rischio ed il nostro comportamento. Proprio per questo motivo, per diversi anni è stata studiata la risposta della gente a disastri naturali, tecnologici e politici/militari. Una delle principali scoperte di tali studi è stata quella di mostrare come il fatto che l’incontrollabilità e/o incertezza dell’evento siano le due caratteristiche che maggiormente comportano l’aumentare della percezione di rischio da parte di chi ne è coinvolto. Giocano a suo favore anche caratteristiche personali (il genere, la cultura di appartenenza …), la fiducia nelle proprie capacità di gestione del rischio e in coloro che dovrebbero aiutare a superare le avversità (polizia locale, organi di stato…). Quello che ancora risulta poco chiaro è come la percezione del rischio rispetto a circostanze avverse tenda a mutare nel tempo e se questa possa essere correlata a fattori quali emozioni negative o confidenza nella propria capacità di gestire la situazione. Per questo è stata realizzata la ricerca esposta nel presente articolo, che considera l’evoluzione della percezione di rischio relativa all’attuale crisi economica. E’ stato messo a punto un questionario online, focalizzato sulla percezione di rischio (investimenti, risparmi, pensionamento), sulle emozioni negative legate alla crisi (ansia, tristezza, paura, rabbia, stress), sulla fiducia nei capi di stato rispetto alla capacità di risolvere la crisi e sulla certezza di riuscire a raggiungere i propri obiettivi personali nonostante la crisi.
I risultati dello studio hanno evidenziato come, generalmente, la percezione di rischio delle persone rispetto alla crisi finanziaria, dopo una fase iniziale di rapido incremento della percezione di rischio, tenda a decrescere in una fase secondaria, livellandosi poi ad un punto stabile, nel momento in cui le persone si adattano alla situazione e si attivano a cercare una soluzione. Tale andamento infatti pareva associato alla diminuzione delle emozioni negative relative alla crisi ed all’aumento di pensieri fiduciosi sulla possibilità di comunque realizzare i propri obbiettivi. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che i meccanismi di risposta negativi, sia psicologici ( adattamento), che sociologici ( supporto da parte della comunità), possono nel tempo ridurre la percezione del rischio sia durante che dopo il momento di crisi. Le emozioni giocano dunque un ruolo chiave in questo processo, favorendo la re-acquisizione delle proprie attività di vita e facilitando una buona gestione della situazione. La fiducia nei propri capi di stato invece parrebbe non avere un’influenza diretta sulla percezione di rischio delle persone.
Inoltre, lo studio ha evidenziato come gruppi diversi possano vivere lo stato di crisi in maniera differente, sulla base della combinazione di caratteristiche personali quali ad esempio la propria situazione economica, la propria età e il proprio orientamento politico.

Pare infine che le persone possano essere facilitate nel superare uno stato di crisi, trovando la forza aiutando gli altri o ripianificando le proprie aspettative in accordo con le sfide del presente. Anche le capacità di coping e le risorse personali giocano un ruolo centrale nel superare la crisi, aiutando a rivedere la percezione di rischio e riadattandola ad un livello più basso[1].

Dott.ssa Gaia Del Torre

 


[1] Burns WJ, Peters E, Slovic P, Risk perception and the economic crisis: a longitudinal study of the trajectory of perceived risk., Risk Anal., Apr;32(4):659-77, 2011 Dec 9.

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