L’EFFETTO WERTHER E I “SUICIDI DI MASSA”

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Secondo la legge della somiglianza noi usiamo le azioni degli altri per decidere quale sia il comportamento giusto anche da parte nostra, specialmente quando questi altri ci appaiono simili a noi.

 

L’EFFETTO WERTHER

E’ dimostrato che subito dopo certi suicidi che fanno notizia il numero delle vittime di incidenti aerei o automobilistici aumenta del 1000%. Da cosa dipende tale coincidenza? Per spiegare il fenomeno si sono avanzate varie ipotesi, tra cui alcune condizioni sociali accomunanti le varie persone e la spiegazione del lutto (solitamente in prima pagina finiscono i suicidi di personaggi noti e ammirati); ma ne le condizioni sociali ne il lutto possono creare una correlazione così specifica e puntuale.

David Philips (sociologo dell’Università della California, San Diego) pensa di aver trovato la risposta in quello che ha battezzato “effetto Werther” in ricordo del romanzo di Goethe I dolori del giovane Werther; infatti a seguito di tale pubblicazione si verificò un ondata di suicidi emulativi in tutta Europa al punto che in alcuni stati le autorità ne vietarono la circolazione. Dopo una serie di ricerche l’autore sostiene che l’aumento delle morti non naturali in seguito a una notizia di suicidio in prima pagina si possono spiegare con forme più o meno camuffate di suicidio per imitazione; alla notizia che qualcun’altro si è suicidato un numero spiacevolmente alto di persone decide che questa può essere una soluzione anche per loro, e così provocano apposta lo schianto dell’auto o dell’aereo che guidano o nel quale stanno viaggiando. Ma se l’aumento degli incidenti è da attribuire a suicidi imitativi, allora gli imitatori dovrebbero tendenzialmente prendere a modello una persona simile a loro. Confrontando ad esempio l’età dei suicidi da prima pagina con l’età delle vittime degli incidenti stradali subito successivi, si è notato che quando è un giovane a suicidarsi le vittime di incidenti sono tutte giovani e viceversa quando la notizia riguardava un anziano le vittime erano anch’esse anziane.

Tale effetto può essere esteso anche all’ambito delle aggressioni: gli atti di aggressione ampiamente pubblicizzati (ad esempio gli incontri di boxe) hanno la pericolosa tendenza ad estendersi a vittime simili, sia che l’aggressione sia rivolta contro se stessi o ad altri. Quindi se in un incontro di pugilato tra un bianco ed un nero è il nero a perdere le aggressioni a persone nere aumenteranno, viceversa se perde il bianco.

IL SUICIDIO DI MASSA DI JONESTOWN

A San Francisco sotto la guida di un certo reverendo Jones nacque una setta, il Tempio del Popolo, che reclutava adepti tra la popolazione povera; nel 1977 tale setta si trasferì con il grosso dei seguaci in Sud America nelle giungle del Guyana dove fondò l’insediamento di Jonestown. Nel ’78 quattro membri di una commissione di indagine inviata dal Congresso furono uccisi mentre cercavano di ripartire e il reverendo convinto che sarebbe stato condannato per l’omicidio controllò a suo modo la fine del Tempio del Popolo: raccolse attorno a se tutta la comunità e chiamò tutti al suicidio in un atto collettivo di autodistruzione. La prima suicida a bere il veleno fu una donna con il figlio piccolo,gli altri la seguirono a turno diligentemente e pochissimi fuggirono.

Qual è stata la causa di tutto ciò? Alcuni insistono sul carisma del reverendo, altri mettono in rilievo il tipo di persone che si sono lasciate attrarre dalla setta, altri ancora l’aspetto del fanatismo religioso. Tutti elementi che hanno un peso notevole, ma la vera domanda da porsi è: se la comunità fosse rimasta a San Francisco avrebbero obbedito all’ordine di Jones? Secondo L. J. West (preside di psichiatria e scienze biocomportamentali all’Università della California) “no, in California non sarebbe successo, ma là vivevano totalmente estraniati dal resto del mondo, nella giungla e in un paese ostile”. Queste persone da un momento all’altro si sono trovate in un luogo sconosciuto nella foresta tropicale dove non c’era nulla che potesse si lontanamente ricollegare alle loro esperienze di vita precedenti: hanno subito uno shock biografico che li ha portati all’incertezza e alla successiva ricerca nelle azioni degli altri di una risposta su quale condotta tenere. I membri della comunità non erano stati ipnotizzati da Jones ma erano stati convinti, in parte da lui ma soprattutto dalla riprova sociale, che il suicidio era il comportamento giusto: nell’indecisione si sono guardati attorno e hanno visto da una parte i fanatici che accorrevano senza indugio a ricevere la loro dose di veleno e dall’altra la reazione della stessa folla.

Nessun capo, per quanto carismatico, sa persuadere direttamente tutti i membri di un gruppo, ma il fatto che sia riuscito a convincerne una frazione considerevole basta a convincere tutto il resto.

Claudia Negretto

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