Stress sul lavoro

stress da lavoroLa crisi economica che negli ultimi anni ha colpito il nostro paese ha reso più che mai importante soffermarsi ad analizzare le possibili conseguenze e l’impatto che il contesto lavorativo, divenuto sempre più competitivo e stressante, possa avere sul piano psicologico per il lavoratore. Comprendere, infatti, quali possano essere i primi sintomi di un disturbo da stress sul lavoro è il primo passo per imparare a gestirli e ridurne l’impatto sulla propria salute psicofisica.

Stress sul lavoro: il dramma di una società in crisi

In un contesto di crisi economica globale, quale quello attuale, potrebbe risultare sempre più difficile trovare le risorse necessarie per far fronte alle difficoltà che si presentano quotidianamente in ambito professionale.

Quando vi è un rapporto deficitario tra le prestazioni richieste sul lavoro e le capacità, le risorse o i bisogni del lavoratore, può crearsi una situazione favorevole allo sviluppo di stress da lavoro.

Al giorno d’oggi sono in rapido aumento sia i fattori stressanti derivanti dalla vita privata che quelli causati dal proprio ambiente lavorativo e gli impiegati, i dirigenti e tutti gli altri professionisti si sentono spesso sotto pressione. Mentre una quota di stress rappresenta una componente normale della nostra esistenza, quando essa diventa eccessiva può interferire con il proprio rendimento e causare danni a livello di salute sia fisica che psicologica ed emotiva.

In Italia sono quasi nove milioni gli italiani che soffrono di stress da lavoro, quasi un italiano su quattro ( circa il 30% dei lavoratori)[1].

Impieghi sempre più precari, contratti che poco tutelano il lavoratore, concorrenza spietata e rapporti difficili con i colleghi sono solo alcune tra le possibili cause di stress nell’ambiente lavorativo.

Secondo un’inchiesta di Scs Consulting, in Italia al primo posto dei lavoratori stressati sarebbero i libero professionisti (40%), poi i tecnici ed infine i dirigenti.

I principali fattori di rischio che possono sfociare in stress da lavoro sono:

1. difficoltà a distendersi e a spezzare ritmi eccessivamente serrati.

2. problemi legati al sonno o all’alimentazione.

3. scarsa attività fisica.

4. consumo eccessivo di alcolici.

5. riduzione delle relazioni sociali sia nel contesto lavorativo che al di fuori.

6. eccessiva o scarsa responsabilità gestita a lavoro.

7. mancanza di sicurezza.

Quando le persone si sentono eccessivamente sotto pressione, possono perdere la capacità di avere fiducia in sé stessi e nelle proprie abilità, diventando maggiormente irritabili e conseguentemente meno efficienti così da ottenere infine meno soddisfazioni dal proprio lavoro. Se i primi segnali di stress vengono sottovalutati, possono in un secondo momento evolvere in problematiche sempre più critiche.

La sintomatologia più comunemente diffusa tra coloro che soffrono di stress da lavoro sarebbe caratterizzata da disturbi gastrointestinali, cardiovascolari, affaticabilità, perdita delle energie e dell’interesse per l’attività svolta e in taluni casi depressione. Potrebbero presentarsi anche dolori muscolari, mal di testa, perdita della libido e difficoltà di concentrazione.

Alcune tra le principali cause dello stress da lavoro possono essere la paura di perdere il posto di lavoro, un aumento delle richieste da parte del datore in termini di prestazioni eccezionali e tempistiche ridotte e frequenti straordinari.

Una ricerca condotta dalla St. Paul Fire and Marine Insurance Company in America ha evidenziato come le problematiche che l’individuo deve affrontare sul lavoro parrebbero fortemente associate a conseguenze sulla salute, in misura maggiore rispetto a qualsiasi altro fattore stressante quali problemi economici o familiari[2].

Sauter, Hurrell, Murphy e Levi hanno condotto diversi studi sullo stress legato al lavoro, verificando come quegli impieghi che richiedevano maggior impegno a livello psicologico e delegavano il minimo controllo al lavoratore fossero quelli da cui derivavano rischi elevati di malattie cardiovascolari[3].

Elevati livelli di stress sono risultati associati a frequenti visite presso i servizi e le strutture sanitarie del paese.

Secondo l’Agenzia per la sicurezza e la salute sul lavoro, questo comporterebbe una spesa sociale pari a circa 20 miliardi di euro all’anno, tra spese sanitarie e giornate di lavoro perse.

Lo stress lavoro correlato è la risultante dell’interazione tra le caratteristiche del lavoratore e quelle dell’ambiente di lavoro. Le differenze tra gli individui, tra cui i tratti che ne definiscono la personalità e le sue capacità di coping (far fronte alle situazioni avverse), sono fattori importanti da tener presente se si vuole prevedere la probabilità che si manifesti un disturbo da stress da lavoro. Infatti, quello che per uno potrebbe essere causa di stress, potrebbe non esserlo per qualcun altro. In questo senso, potrebbe risultare utile agire a livello preventivo ed informativo, chiarendo ai lavoratori maggiormente a rischio quali possano essere eventuali campanelli di allarme e rendendoli in grado di controllarli.

Secondo Prim e coll., anche lo status ricoperto da una persona sul lavoro è indicativo rispetto alla possibilità che la persona sviluppi stress da lavoro correlato. Infatti, gli impiegati che ricoprono un ruolo di minore responsabilità e prestigio sono più propensi a soffrire di disturbi da stress legati al lavoro.

Una volta inquadrata la problematica, è necessario intervenire e cercare di individuare possibili soluzioni che permettano di tutelare la forza lavoro nel nostro paese, dato che è proprio in Italia che lo stress lavorativo supera la media europea sfiorando quote alquanto preoccupanti e che ad esso va imputata una delle maggiori cause di assenteismo sul lavoro.

In primo luogo, agire a livello preventivo risulta buona prassi, al fine di bloccare il problema sul nascere. In questi termini è stato proposta la somministrazione a tutte le aziende di un questionario che misuri il rischio di stress lavoro correlato per tutti i dipendenti.

Una possibile strada da percorrere al fine di ridurre lo stress da lavoro è quella di sviluppare intelligenza emotiva. Essa è costituita da quattro componenti essenziali:

  • Capacità introspettiva: riconoscere le proprie emozioni, individuare il loro impatto sugli altri e nel guidare le proprie azioni.
  • Capacità di autocontrollo: gestire i propri stati emotivi ed i propri comportamenti a seconda del mutare delle circostanze esterne.
  • Empatia: riconoscere, comprendere e reagire agli stati emotivi altrui.
  • Management empatico: controllare e dirigere le emozioni degli altri al fine di ridurre il conflitto.

In alcuni casi, possono essere consigliati colloqui individuali con un counselor, uno psicologo o uno psicoterapeuta. Nei primi due casi, la persona viene aiutata a identificare le cause legate allo stress e a riflettere su come gestirlo; potrebbero essere richiesti dei test al fine di una diagnosi differenziale, così da escludere altre possibili spiegazioni organiche. Con una psicoterapia invece, si può aiutare a ristrutturare le emozioni ed i pensieri negativi e leggere in maniera diversa il proprio contesto di lavoro, nonché ad imparare a controllare lo stress con tecniche specifiche.

Importante sottolineare come in Italia sia attualmente in fase di approvazione un provvedimento che renda obbligatoria la somministrazione nelle aziende della scala di valutazione del rischio di stress lavoro correlato, così da individuare preventivamente quelle situazioni e quei soggetti che potrebbero sviluppare stress ed al fine di evitare danni secondari legati a tale disagio.

 Come trattato nel presente articolo, intervenire a favore di una prevenzione e cura del disturbo da stress da lavoro è oggi più che mai di cruciale importanza, al fine di promuovere la salute del lavoratore agendo allo stesso tempo a favore dell’economia del paese.

di Gaia Del Torre



[1] Rapporto 2007 Inail ,Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

[2] St. Paul Fire and Marine Insurance Company [1992]. American workers under pressure technical report. St. Paul, MN: St. Paul Fire and Marine Insurance Company.

[3] Sauter S, Hurrell J, Murphy L, Levi L [1997]. Psychosocial and organizational factors. In: Stellman J, ed. Encyclopaedia of Occupational Health and Safety. Vol. 1. Geneva, Switzerland: International Labour Office, pp. 34.1-34.77.

Commento

  • Ogni singola mattina. Il tempo di svegliarsi, alzarsi e cominciava. Ricordo di aver provato una sensazione simile quando ero ragazzino, ai tempi delle superiori. In occasione di qualche compito in classe o interrogazione, dalle prime ore del mattino avevo un’ansia inspiegabile, quasi paralizzante.
    E ora succede esattamente la stessa cosa, non appena mi ricordo che devo andare al lavoro. Solo che a scuola era ogni tanto, ora è 5 giorni su 7. E ora sono anche un uomo adulto, quindi si presuppone che dovrei saper gestire un po’ meglio queste cose. Invece per nulla: molto lavoro, tutti i giorni, ed ovviamente ero quello preso di mira dal capo. Nemmeno sognarsi un aiuto dai colleghi: anche se leggevo un filo di compassione e solidarietà, il pensiero dominante era “meglio a lui che a me”.
    Grazie alla crisi, nessuno di noi si può permettere di perdere questo lavoro.
    Ho dovuto cercare altre soluzioni, visto che licenziarmi non mi pareva una grande idea nel mio caso. Non avevo voglia di partire con qualcosa di troppo invasivo, allora ho comprato un videocorso su Aspeera.it. Ci ho trovato dentro un sacco di suggerimenti interessanti per gestire un po’ meglio quell’ansia mattutina. No, i miglioramenti ci sono stati, ma sono ancora quello preso di mira dal capo, questo non posso dirvi che sia cambiato. Ma almeno quando torno a casa ho trovato il modo per staccare veramente la spina da questa situazione, e quando ci devo rientrare non l’affronto più con terrore e angoscia. Faccio quello che devo fare come reputo giusto farlo, senza quei condizionamenti che pensavo esterni, ed invece ho scoperto partivano proprio da me.

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