Quoziente intellettivo: valutazione dell’intelligenza della persona e della sua motivazione al successo

L’intelletto è valutabile attraverso una serie di test che tendono a rilevare il Quoziente Intellettivo (QI) secondo misurazioni universalmente accettate e riconosciute. Qualche giorno fa è stato pubblicato uno studio su Science che illustra come in tale valutazione siano coinvolte non soltanto le capacità intellettive della persona, ma anche la sua motivazione a svolgere correttamente il test.

L’articolo pubblicato su Science ad opera di Michael Balter presenta alcuni studi in grado di testimoniare come il risultato di test finalizzati alla rilevazione del Quoziente Intellettivo (QI) rifletta sia la motivazione della persona testata che l’intelligenza, non solo la seconda.
In altre parole, le nuove ricerche sostengono che i punteggi QI riflettano in parte la motivazione del ragazzo o dell’adulto a completare bene il test.
I ricercatori hanno per diversi anni dibattuto su cosa venga effettivamente misurato nei test relativi al rilevamento del QI, e su quanto differenze parziali nei punteggi – quali ad esempio quelle tra diversi gruppi etnici- riflettano reali differenze nell’intelligenza o entrino in gioco anche fattori sociali ed economici. Il dibattito si è acuito poi in seguito alla pubblicazione di alcuni lavori di Herrnestein e Murray, i quali hanno riferito che bassi punteggi QI di alcuni gruppi etnici, come ad esempio gli afro-americani e gli ispanici, erano dovuti a differente di tipo genetico rispetto ai caucasici.
Un nuovo lavoro della psicologa A. Lee Duckworth dell’Università della Pennsylvania ha invece esplorato la correlazione tra la motivazione a svolgere un test che rileva il QI e la performance in tale prova. Diversi studi hanno riportato che, se veniva promessa una remunerazione economica per aver completato il test con successo, le persone tendevano ad ottenere punteggi più elevati nei test cognitivi.
Lee Duckworth e coll. Hanno condotto due studi al fine di verificare l’influenza della motivazione sul punteggio finale di un test che rileva l’QI. Innanzitutto, hanno realizzato una meta analisi che ha preso in considerazione 46 studi relativi all’effetto prodotto da incentivi economici sui punteggi di prove misuranti il QI.
Nel secondo studio hanno analizzato i dati di una precedente ricerca condotta su 500 ragazzi di Pittsburgh il cui QI era stato valutato nel 1980 da un team dell’Università del Wisconsin; durante la ricerca i ragazzi erano filmati così da rilevare segnali di stanchezza, noia e perdita della motivazione (sbadigliare, guardarsi intorno). Lo studio ha seguito i ragazzi nel tempo ed all’età di 24 anni sono stati intervistati sul loro lavoro e il loro percorso di studi. I ricercatori hanno visto che esiste una correlazione tra la motivazione nel partecipare al test, i punteggi di QI ed il successo ottenuto nella vita.
Per questo motivo, Duckworth e coll. sostengono che
i test che valutano le abilità intellettive della persona misurano ben più della semplice intelligenza, ma anche quanto esse sono motivate al successo sia nella prova testale che nella vita. Tuttavia, gli autori specificano che la motivazione non è necessariamente tutto: per ottenere un elevato punteggio di QI serve certamente anche l’intelligenza.[1].
 
dott.ssa Gaia del Torre



[1] Michael Balter, What does IQ really measure?, Science, April 2011.

Leggi anche l’articolo: Cos’è l’intelligenza?

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