La psicologia dell’ Insolito

“Dopo aver eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità”

Sherlock Holmes

 Accade non di rado che i media ci mettano a contatto con quelli che sembrano essere fenomeni cosiddetti “paranormali”. In questo campo, imbroglioni e truffatori sono all’ordine del giorno. Ma ancora più spesso è facile imbattersi in persone che credono in buona fede di possedere facoltà paranormali, pur non essendosi mai sottoposti ad seria verifica, e che semplicemente illudono sè stessi.

 Come dobbiamo affrontare di volta in volta queste “notizie”, e ancor prima l’atteggiamento di coloro che si affidano completamente a quello che viene loro raccontato?

Per rispondere a questa esigenza dal 2004 è attivo, presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, il primo Corso in Italia di Psicologia dell’insolito. Il docente referente è Massimo Polidoro, segretario nazionale del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale), un’organizzazione scientifica ed educativa fondata da Piero Angela e da scienziati come Margherita Hack, Silvio Garattini, Tullio Regge, Rita Levi Montalcini e Carlo Rubbia.

Di cosa si tratta?

Nei paesi anglosassoni si chiama Anomalistic Psychology, da un libro di Leonard Zusne e Warren H. Jones del 1990,  cioè Psicologia delle anomalie.

”E’ un ramo della psicologia che affronta tutte quelle esperienze insolite – sogni premonitori, “flash” telepatici, presagi, deja-vu… – che ognuno di noi può vivere ma che molti ritengono inspiegabili. Si tratta invece di esperienze che possono avere una miriade di spiegazioni ”normali” ma che, dato il loro forte impatto emotivo, possono apparire come ”paranormali” a un pubblico che non dispone degli strumenti interpretativi necessari» dice Polidoro.

In sostanza si tratta formare psicologi in grado di riconoscere le cause di quei fenomeni che hanno spiegazioni scientifiche precise, ma senza un’adeguata informazione si prestano ad essere interpretati come “paranormali”.

Facciamo alcuni esempi.

 Il primo di cui possiamo parlare è costituito dalle cosiddette esperienze di pre-morte, ossia quei fenomeni percettivi che alcuni soggetti dichiarano di aver vissuto in un momento in cui si trovavano molto vicini alla morte.
Si può trattare di “viaggi” extracorporei,  visioni di luce al termine di un lungo tunnel scuro oppure vere e proprie percezioni uditive e visive accompagnate da una sensazione di assoluta calma e tranquillità. Pur non essendo ancora chiara la causa del fenomeno, si stanno compiendo passi in avanti nella ricerca. Ricercatori  della
University of Kentucky, guidati da Kevin Nelson, dichiarano che queste percezioni si verificano in soggetti  predisposti, nei quali sono riscontrabili alterazioni del normale controllo sonno-veglia e che manifestano episodi di intrusione di stati REM durante la veglia.
”Lo studio afferma che il 60 per cento di coloro che avevano sperimentato un’esperienza di pre-morte rivelavano questa intrusione della fase REM contro il 24 per cento di chi, in medesime circostanze traumatiche e sociodemograficamente simile, non aveva però vissuto tale esperienza .”

Un secondo esempio può essere costituito dalle allucinazioni ipnagogiche, immagini spontanee che compaiono nella fase di addormentamento, quando  il contatto sensoriale con il mondo esterno va interrompendosi, il pensiero è  frammentato e se ne perde il controllo cosciente.

Si tratta per lo più di rapidi flash, spesso solo visivi, che tuttavia spesso hanno contenuti di tale vividezza  che il soggetto reagisce svegliandosi completamente.

A questo fenomeni vengno attribuite le spiegazioni più disparate, che spesso sfiorano la sfera del paranormale.

Lo spettro del lavoro dello psicologo oggi è davvero ampio, forse come in nessuna altra professione. Dal “selezionatore” a colui che indaga il mistero.
”D’altra parte- dice Polidoro -lo studio della mente e del comportamento umano e’ un argomento talmente vasto che non sarebbe possibile fare altrimenti. Dunque, e’ necessario che ci sia chi ne studia il funzionamento fisiologico, chi il comportamento sociale, chi fa esperimenti in laboratorio, chi si occupa di selezione e formazione del personale, chi aiuta la polizia nelle indagini, chi lavora in ospedale… E in tutto questo, c’e’ spazio anche per chi, come me, desidera capire come mai la nostre mente e’ spesso portata a trarre conclusioni infondate, vedendo misteri dove magari non ce ne sono.

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