COCAINA E ANFETAMINE: EFFETTI SINO ALLA PSICOSI E SOMIGLIANZE CON LA SINTOMATOLOGIA SCHIZOFRENICA

Cocaina e Anfetamine: effetti

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Cocaina e anfetamine sono psicostimolanti naturali o di sintesi, sostanze euforizzanti energizzanti e socializzanti il cui uso e abuso aumenta sempre più trasversalmente tra le varie fasce d’età e classi sociali. Queste droghe possono produrre vari disturbi psichiatrici secondari quali disturbi psicotici, delirium da intossicazione e disturbi dell’umore, oltre che vari rischi per la salute (eventi cardiaci e cerebrovascolari, crisi comiziali, perforazione del setto nasale).

I disturbi correlati a sostanze comprendono disturbi secondari all’assunzione della sostanza di abuso; nel caso di alcune droghe come cocaina e anfetamine ci si può trovare di fronte ad una psicosi caratterizzata da rilevanti allucinazioni e deliri che posso persistere fino a 4 settimane dopo la cessazione d’uso della sostanza e che sono dovuti agli effetti fisiologici diretti della stessa; tale psicosi ha delle caratteristiche atipiche, relativamente all’età di insorgenza e al decorso, rispetto ai comuni disturbi psicotici primari. I disturbi psicotici indotti da psicostimolanti sono definiti come psicosi organiche acute caratterizzate da rilevanti sintomi paranoici con deliri di persecuzione, allucinazioni uditive, diffidenza e pose bizzarre, e si verificano solo in associazione ad intossicazione dalla sostanza; quindi a prima vista presentano sintomi indistinguibili a quelli della schizofrenia paranoide. Vari studi relativi all’abuso di anfetamine e cocaina hanno mostrato che queste droghe neuro chimicamente promuovono la liberazione di dopamina (un neurotrasmettitore che produce potenziali postsinaptici eccitatori e inibitori) e ne inibiscono il riassorbimento a livello dei bottoni terminali producendo una psicosi molto simile alla psicosi schizofrenica.

La schizofrenia è una psicosi funzionale cronica caratterizzata da una disgregazione della personalità e delle funzioni dell’Io; vari studi stanno tuttora valutando le eventuali basi genetiche di tale disturbo tenendo sempre bene a mente l’importanza nella sua genesi dei fattori ambientali e culturali. Può esordire in maniera lenta ed insidiosa o più acuta attraverso uno scompenso psicotico. E’ caratterizzata da una sintomatologia positiva e da una negativa: i sintomi positivi (deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico) evidenziano un aumento delle funzioni normali a causa di un iperattività del sistema dopaminergico; i sintomi negativi (appiattimento dell’affettività, alogia, abulia) al contrario mettono in luce una diminuzione di funzioni normali e sono causati da lesioni cerebrali.

Studi effettuati su individui con dipendenza da cocaina diagnosticata con il DSM-III-R dimostrano che chi abusa di cocaina per un lungo periodo ha alte probabilità di sviluppare una psicosi; ma non tutti coloro che ne abusano arrivano a svilupparla: sembra che una precoce età di inizio nell’abuso regolare di cocaina, più precisamente tra i 17 e i 20 anni, possa aumentare la probabilità di sviluppare una psicosi e la gravità dei suoi sintomi a causa della plasticità neuronale del cervello degli adolescenti, che in questa fascia d’età è ancora immaturo e vulnerabile.

Si può dire che le psicosi indotte da cocaina e amfetamine somigliano alla psicosi schizofrenica di tipo paranoide per la presenza di deliri paranoici e allucinazioni uditive e spesse volte risultano indistinguibili da essa se al momento della diagnosi non si è a conoscenza dell’abuso protratto delle sostanze. Le differenze stanno nell’età d’insorgenza (che nel caso della schizofrenia è tra i 20 e i 35 anni, raramente durante l’infanzia o l’adolescenza) e nella durata (la diagnosi di schizofrenia va fatta se il disturbo persiste da non meno di 6 mesi di cui almeno un mese con presenza di sintomi attivi; le psicosi indotte da psicostimolanti perdurano al massimo 4 settimane dopo la sospensione dell’abuso); inoltre nelle psicosi indotte vi è l’assenza dell’appiattimento dell’affettività, che è un sintomo negativo della schizofrenia, la presenza di agitazione psicomotoria e l’eccessiva ricerca di contatti a differenza del ritiro dello schizofrenico.

di Claudia Negretto

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